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Racconto di Natale
Il ragnetto e le decorazioni di Natale
Tanto tempo fa, in un villaggio sperduto ai confini di una vasta pianura spazzata dai venti, viveva un piccolo ragno. La capanna dove abitava eratutt’altro che ampia e lussuosa, ma ci si poteva accontentare, soprattutto d’inverno, quando la neve ricopriva i campi per lunghi mesi e soffiava il gelido vento di dicembre. Allora il ragnetto era felice di quell’umile dimora. Quasi felice, a dir la verità, perché talvolta veniva colto da una profonda tristezza.
La padrona di casa, infatti, si ostinava a scacciarlo a colpi di scopa non appena lo scorgeva. I bambini lanciavano urla stridule ogni volta che si avventurava fuori dal suo rifugio. Anche il gatto, grande e grosso, che se ne stava sempre a sonnecchiare davanti al caminetto, fuggiva a zampe levate quando lui gli si avvicinava.
«Non é affatto giusto» si lagnava tra sé e sé il ragno, zampettando veloce al sicuro. «Io non voglio fare loro alcun male!» Infine, si rassegnò a lasciare il suo buco solo di notte.
Un giorno che tutti erano usciti, scivolò in punta di zampe fuori dalla tana e si diresse verso il soggiorno. Ma cio che vide lo impietrì: passando davanti a uno specchio, vide riflessa una creatura dal corpo tozzo, nero e peloso, da cui spuntavano otto lunghe zampe piglia-tutto e due occhi sporgenti e inespressivi.
Per la prima volta nella sua vita, il ragno aveva visto la propria immagine.
Ora tutto si spiegava! Se scappavano sempre da lui, era a causa del suo abominevole aspetto. Con il cuore gonfio di amarezza, il ragnetto corse a rifugiarsi nella stalla, dove trovò un vecchio e macilento asino e gli raccontò le sue disavventure.
– Suvvia, non essere triste! – cercò di consolarlo l’asino. – Anch’io non sono una bellezza, con queste lunghe orecchie, sai bene che tutti si prendono gioco di me.
Salito in groppa all’asino, il ragno scorse un bel po’ di mosche che tormentavano il povero animale e decise di eliminarle: infatti, erano proprio il suo cibo preferito!
– Ti ringrazio, – disse l’asino. – Se vuoi rimanere qui con me, sarai il benvenuto. E’ un posticino tranquillo, depotutto !
Fu cosi che da quel momento il ragnetto si trasferì dal suo amico asino.
Una notte, un improvviso tramestio interruppe la placida monotonia della vita nella stalla. Muovendosi con cautela lungo la trave che aveva scelto come riparo, il ragno si trové di fronte a uno strano spettacolo: proprio sotto di lui c’era un neonato che giaceva sulla paglia della mangiatoia. Sembrava avere un gran freddo. Senza esitare, prestando solo ascolto al suo buon cuore, il ragno iniziò a tessere una delicata ragnatela con cui ricoprì il bambino.
– Come potrei mai ringraziarti? – esclamò Maria, incredula. – C’é una cosa che desideri più di ogni altra?
– Vorrei essere bello! – rispose il ragno. – Ahimé, non posso far nulla per migliorare il tuo aspetto, – si dolse Maria, – sei stato creato così, ma per ricordare te e la tela che hai tessuto per mio figlio, ogni anno a Natale la gente decorerà i propri abeti con fili d’oro e d’argento.
Ecco perché gli alberi di Natale sono decorati con mille fili luccicanti! Alcune storie narrano anche di un ragno, vestito a festa, che si nasconde tra i loro rami e si dice porti felicità e fortuna.
BENEDIZIONE PRIMA DEL PASTO DI NATALE
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Questo é il giorno fatto dal Signore. Alleluia
Rallegriamoci ed esultiamo. Alleluia
Benedici Signore noi e questi doni che stiamo per ricevere dalla tua bontà.
Grazie per l’amore che ci dai.
Grazie per il cibo che è stato preparato per noi.
Grazie per coloro che ci amano.
Donaci occhi e cuore per vederti e servirti nei poveri.
Amen.
Tanti auguri dalla comunità
e da don Febin
don Darvin
e don Luciano