lettera-domenica-19-Nov-2023
SOTTO LO SGUARDO DI DIO
Nella nostra lingua ci sono parole che hanno una lunga storia dietro le spalle. Parole che sono passate lungo i secoli dal greco al latino all’italiano, rimanendo sempre identiche (o quasi), ma cambiando lentamente significato.
Per esempio: il “talento” in origine era una misura di peso, equivalente a circa 26 kg. Ma al tempo in cui fu scritto il Vangelo secondo Matteo, la parola veniva usata per indicare una grossa somma di denaro: qualcosa come “cento monete d’oro”. E fu proprio a partire dalla parabola del vangelo che si cominciò a parlare di “talenti” per indicare le varie qualità e capacità di cui un individuo può essere dotato. Da questo punto di vista bisogna riconoscere che a questo mondo non siamo tutti uguali: non tutti abbiamo gli stessi “talenti”, né come qualità, né come quantità. C’è chi è molto intelligente, e chi lo è di meno. C’è chi è molto bravo a giocare al pallone, mentre se la cava meno bene in matematica e fisica; e viceversa. C’è chi ha il senso degli affari, ma non capisce niente di musica; e viceversa. E così via.
E poi, c’è chi ha avuto tante possibilità per coltivare e sviluppare i propri talenti, mentre altri ne hanno avute molto meno. Così, nella nostra società si riscontra un’estrema varietà di persone, di situazioni, di professioni, ecc.. Non siamo tutti uguali. Ma ognuno reca in sé pregi e difetti, qualità e limiti. La prima regola di saggezza nella vita è cominciare con l’accettare se stessi e la propria situazione di partenza, senza perdersi in inutili confronti, invidie o recriminazioni contro “il destino”: non serve a nulla sognare di essere “altri” da quello che siamo.
La seconda regola è quella di darsi da fare per vivere con la massima “intensità” la propria esistenza. Ma a questo punto entrano in gioco per forza di cose le nostre idee di fondo sulla vita: per che cosa val la pena darsi da fare? E a questo punto entra in gioco il messaggio del vangelo nel suo insieme e in particolare la parabola che ascoltiamo oggi.
ATTO PENITENZIALE
Signore, da te provengono tutti i doni della vita e tutte le ricchezze della grazia; non sempre noi abbiamo saputo riconoscerle:
Kyrie, eleison.
Kyrie, eleison.
Cristo, con il tuo esempio ci insegni a valorizzare i doni di Dio; noi alle volte siamo stati pigri e indolenti:
Christe, eleison.
Christe, eleison.
Signore, tu ci infondi luce, coraggio e gioia per lavorare al servizio del Padre; noi abbiamo spesso paura di fronte all’avvenire e timore di rischiare per te:
Kyrie, eleison.
Kyrie, eleison.
Preghiera dei fedeli
Preghiamo insieme e diciamo:
Benedici il tuo popolo, Signore.
Perché, i cristiani sappiano unire l’operosità nella costruzione della società umana all’attesa continua del ritorno del Signore, preghiamo.
Perché il nostro operare non sia finalizzato all’accumulo, ma sia unito al servizio dei fratelli e alla disponibilità a soccorrere i poveri e i bisognosi, preghiamo.
Perché la prospettiva della fine del mondo non ci induca all’inerzia nel momento presente, ma ci aiuti o comprendere la nostra vocazione, nella storia degli uomini, preghiamo.
Perché, abbiamo il coraggio della sobrietà e della vigilanza, per non cedere alle tentazioni dell’evasione o della tristezza, preghiamo.
Per la nostra comunità: ognuno si impegni a far fruttificare i doni ricevuti: la salute, l’intelligenza, l’abilità, per il servizio dei fratelli, soprattutto i più bisognosi, preghiamo.
Vita della Comunità
- Domenica 26 novembre
FESTA DELLA FAMIGLIA
San Giovanni Gualberto
ore 11:30
Si celebrano gli anniversari di matrimonio:
60°- 50°- 40°- 25°- 10° e 1°
E’ necessario segnalare la propria partecipazione in sacrestia.
Chi è a conoscenza di un anniversario può riferire in sacrestia.