Introduzione-alla-preghiera-IV
Introduzione alla preghiera IV
[prosegue il cammino di quaresima]
Preghiera e speranza
Nel silenzio della preghiera puoi tendere le mani per abbracciare la natura, Dio e gli altri esseri umani tuoi compagni. Questa accettazione significa non soltanto che sei pronto a tener conto dei tuoi limiti, ma aspetti che venga qualcosa di nuovo. Per questa ragione, ogni preghiera è un’espressione di speranza. Se non ti aspetti nulla dal futuro, non puoi pregare.
Dici allora con Bertold Brecht:
“Così com’è io resterò.
Quel che desideriamo non giungerà mai”.
Se pensi in questo modo, la vita rimane immobile. Spiritualmente sei morto. Può esservi vita e movimento soltanto quando tu non accetti più le cose come sono ora e guardi verso quello che non è ancora. Tuttavia, quando veniamo alla preghiera, sembra che abbiamo più richieste che speranze. Questo non sorprende, dato che preghiamo soprattutto quando lo richiedono circostanze molto specifiche e spesso momentanee. Quando vi è la guerra, preghiamo per la pace; quando vi è la siccità, preghiamo per la pioggia; quando andiamo in vacanza, preghiamo per avere bel tempo; quando viene una prova, preghiamo per superarla; quando gli amici sono malati, preghiamo perché stiano bene; e quando muoiono, preghiamo per il loro eterno riposo. La nostra preghiera emerge in mezzo alla nostra vita ed è intrecciata con tutto quello che occupa le nostre giornate. Qualunque cosa riempia il cuore, è quello che la bocca esprime. Questo è vero anche per la preghiera.
I nostri cuori sono pieni di tanti desideri e attese, concreti e tangibili. Una madre spera che il figlio rientrerà a casa per tempo; un padre spera che avrà una promozione. Un ragazzo sogna la ragazza che ama, e il bambino pensa alla bicicletta che gli è stata promessa. Spesso i nostri pensieri non vanno oltre un paio d’ore, un paio di giorni, un paio di settimane avanti a noi, raramente fino a un paio d’anni. Lasciamo difficilmente che il pensiero corra troppo in avanti, perché il mondo in cui viviamo ci chiede di concentrare la nostra attenzione sul qui e ora.
Se preghiamo, e preghiamo veramente, possiamo difficilmente sfuggire al fatto che le nostre preoccupazioni del momento, grandi e piccole, riempiano la nostra preghiera e spesso non ne facciano altro che una lunga lista di richieste.
Spesso questa preghiera di supplica è considerata con un certo disprezzo. Talvolta la consideriamo meno nobile della preghiera di ringraziamento, e certamente meno nobile della preghiera di lode. Si suppone che la preghiera di supplica sia più egocentrica, perché mettiamo in prima linea i nostri propri interessi e cerchiamo di ottenere qualcosa per noi. La preghiera di ringraziamento, si dice, è più diretta a Dio, anche se lo è in collegamento con i doni che Dio ci ha dato. Si presuppone che la preghiera di lode sia totalmente rivolta a Dio, indipendentemente da quel che possiamo o non possiamo aver ricevuto.
Ma il problema è sapere se questa distinzione ci aiuta a comprendere che cos’è la preghiera. La cosa importante nella preghiera non è se viene classificata come supplica,ringraziamento o lode, ma se è una preghiera di speranza o di poca fede.
La preghiera di poca fede ci fa restare legati alle circostanze concrete della situazione contingente, al fine di guadagnare una certa sicurezza. La preghiera di poca fede è piena di desideri che chiedono un adempimento immediato. Questo tipo di preghiera contiene ingenuità che fanno pensare a Babbo Natale e vuole la soddisfazione diretta di aspirazioni e desideri molto specifici. Quando questa preghiera non viene ascoltata, quando cioè non otteniamo i regali che volevamo, vi è delusione, e anche un forte sentimento di amarezza.
E’ quindi comprensibile che questa preghiera di poca fede porti con sé una buona dose di paura e di ansia. Se preghi con poca fede per la salute, il successo o una promozione, per la pace o per qualcosa d’altro, allora rimani così legato alla richiesta concreta che ti senti lasciato fuori al gelo quando la risposta attesa non viene. Dici persino a te stesso:
“Vedi, che cosa ti avevo detto, comunque non funziona”.
In questa preghiera di poca fede è la concretezza dei desideri che elimina la possibilità della speranza. In questa preghiera tu vuoi essere certo di quello che è incerto, e dici a te stesso che è meglio un uovo oggi che la gallina domani. In questa preghiera, la tua petizione tende a ottenere quello che chiedi, in qualunque modo possibile, anziché essere diretta alla persona che potrebbe o meno realizzare quel desiderio. La gente di poca fede prega come i bambini che vogliono un regalo da Babbo Natale, ma sono così spaventati all’idea di vederlo che scappano via appena hanno messo le mani sul pacchetto. Preferirebbero non avere nulla a che fare col vecchio signore barbuto, piuttosto che avere i suoi doni. Tutta I’attenzione è posta sul dono e nessuna su colui che lo dà. Quando preghiamo in questo modo la nostra vita spirituale è ridotta a una sorta di linea diretta con quello che desideriamo.
Essendo così ansiosi di forgiare da soli il nostro futuro, noi gente di poca fede ci chiudiamo a quello che viene. Non abbiamo pazienza per le promesse non specifiche e non abbiamo fiducia nelle situazioni invisibili che il futuro ha in serbo. Quando preghiamo con poca fede, preghiamo quindi senza speranza. Analogamente, preghiamo senza disperazione, perché la disperazione è possibile solo a chi sa che cosa significa sperare.
La preghiera di poca fede è attentamente calcolata, persino con taccagneria, ed è turbata da qualsiasi rischio. Non vi è pericolo di disperazione e nessuna possibilità di speranza. Diventiamo nanerottoli in un mondo di piccole cose.
L’immensa differenza tra la speranza e il desiderio emerge dalle osservazioni di uno studente che scriveva: “Io vedo la speranza come un atteggiamento in cui ogni cosa è aperta dinanzi a me. Non che io non pensi al mio futuro in quei momenti, ma vi penso in un modo completamente diverso. Osare rimanere aperto a qualunque cosa mi avvenga oggi, domani, fra due mesi o tra un anno: questa è la speranza. Affrontare senza paura le cose senza sapere come evolveranno, continuare ad andare anche quando qualcosa non sembra funzionare la prima volta, aver fiducia in qualunque cosa tu stia facendo: questo è vivere con speranza”.
Quando viviamo con speranza non ci lasciamo intrappolare dalla preoccupazione per come verranno adempiuti i nostri desideri. In questo modo, anche, le nostre preghiere non saranno rivolte al dono, ma a colui che lo dà. Le nostre preghiere potranno ancora contenere altrettanti desideri, ma alla fine non si tratta del fatto che un desiderio si realizzi ma di esprimere una fede illimitata nel datore di ogni cosa buona. Tu desideri che… ma speri in…
Nella preghiera di speranza non si chiedono garanzie, non si pongono condizioni e non si esigono prove. Tu aspetti ogni cosa dall’altro senza legare l’altro in alcun modo. La speranza si basa sulla premessa che l’altro dia solo ciò che è buono. La speranza implica un’apertura per la quale tu attendi che la promessa si realizzi, anche se non sai mai quando, dove o come questo potrà accadere.
Forse, alla lunga, non vi è immagine più bella della preghiera di speranza del fiducioso rapporto tra i bambini e la loro madre. Per tutto il giorno essi chiedono cose, ma l’amore che hanno per la loro madre non dipende dal fatto che lei adempia i loro desideri. I bambini sanno che la madre farà soltanto quello che è bene per loro, e nonostante qualche chiassata occasionale e qualche accesso di collera di breve durata quando non ottengono quello che vogliono, continuano ad essere persuasi che, alla fine, la loro madre fa soltanto quello che sa essere meglio per loro.
Quando preghi con speranza puoi ancora chiedere molte cose concrete, come il bel tempo, o un salario migliore. Questa concretezza può anche essere un segno di autenticità. Perché, se tu chiedi solo fede, speranza, amore, libertà, felicità, modestia, umiltà, ecc., senza renderle concrete nel tran tran della vita quotidiana, probabilmente non hai coinvolto Dio nella tua esistenza reale. Se preghi in speranza, tutte le richieste concrete sono modi di esprimere la tua illimitata fiducia in un Dio che adempie tutte le promesse, che non ti offre null’altro che il bene e che vuole condividere con te bontà e amore.
Soltanto se preghi con speranza puoi fare irruzione al di là delle barriere della morte; perché tu non vuoi più sapere come sarà dopo la morte, o come apparirà esattamente il cielo, o in che modo sarai eterno. Non ti lasci distrarre dai sogni a occhi aperti in cui tutti i tuoi desideri conflittuali verranno soddisfatti in un futuro dove ogni desiderio si realizza.
Quando preghi con speranza ti volgi verso Dio, confidando pienamente che Dio è fedele e rende vere tutte le promesse. Questa speranza ti dà una nuova libertà, che ti consente di guardare realisticamente alla vita, senza lasciarti abbattere.
Questa libertà traspare dalle parole di un altro studente
che scriveva:
“La speranza significa continuare a vivere
in mezzo alla disperazione
e continuare a cantare sommessamente
nell’oscurità.
Sperare è sapere che vi è amore,
è la fiducia nel domani
è cadere addormentato
e svegliarti di nuovo
quando sorge il sole.
In mezzo a una tempesta sul mare
è scoprire la terra.
Negli occhi di un altro
è vedere che sei compreso…
Finché vi è ancora speranza
Vi è anche preghiera…
E sarai tenuto nelle mani di Dio».
Così, ogni preghiera di supplica diventa una preghiera di ringraziamento e anche di lode, proprio perché è una preghiera di speranza. Nella preghiera di supplica ripiena di speranza noi ringraziamo Dio per la promessa di Dio e lodiamo Dio per la sua fedeltà.
Le nostre numerose richieste diventano semplicemente il modo concreto di dire che confidiamo nella pienezza della bontà di Dio. Ogni volta che preghiamo con speranza, mettiamo la nostra vita nelle mani di Dio. Paura ed ansia svaniscono, e ogni cosa che riceviamo e ogni cosa di cui siamo privati non è altro se non un dito che indica la direzione della promessa nascosta di Dio, che un giorno gusteremo appieno.
O Dio
Sono ricolmo di aspirazioni,
ricolmo di desideri, ricolmo di attese.
Alcune potranno realizzarsi, molte no,
ma in mezzo a ogni mia soddisfazione o delusione,
io spero in te.
So che non mi lascerai mai solo
e adempirai le tue divine promesse.
Anche quando sembra che le cose non vadano a modo mio,
io so che vanno a modo tuo
e che alla fine il tuo modo è il modo migliore per me.
O Signore, fortifica la mia speranza
specie quando i miei tanti desideri non si adempiono.
Fa’ che io non dimentichi mai che il tuo nome è Amore.
Amen.
Domanda per la meditazione:
Può la mia speranza in Dio diventare più profonda e più forte anche quando i miei molti desideri rimangono inesauditi?