lettera-domenica-1-Ott-2023
SOTTO LO SGUARDO DI DIO
Ai tempi di Gesù come ai nostri, la «volontà di Dio» non consiste tanto nell’osservanza di leggi e tradizioni, quanto nel riconoscimento e nell’accoglienza di Cristo, nell’ascolto obbediente e fattivo della sua parola.
Per compiere davvero la volontà di Dio non basta proclamarsi o presentarsi pubblicamente come persone «religiose»; così come non basta – per dirla in termini moderni – essere «praticanti». Purtroppo – bisogna pur dirlo – non basta neanche far parte ufficialmente dell’istituzione ecclesiastica.
In parole semplici: non basta essere preti, frati, suore, o anche vescovi, come non basta far parte di questa quella associazione, congregazione, gruppo o movimento, per sentirsi sicuri di essere dei buoni cristiani. Qualunque sia la nostra condizione civile, sociale ed ecclesiastica, ognuno di noi deve continuamente verificare sul concreto della propria vita e del proprio comportamento la sua fedeltà reale al vangelo, nelle grandi e nelle piccole cose.
Non è il nome, il titolo o l’abito che portiamo; non è il posto che occupiamo nella chiesa o nella società; non è l’appartenenza a questa o quella organizzazione che conta davanti Dio. Conta solo la sincerità con cui ricerchiamo, alla luce della parola di Cristo, ciò che è vero, ciò che è giusto e ciò che è buono. In ultima analisi conta solo la concreta disponibilità a lasciarci guidare dalla legge suprema della carità, al di là di tutte le altre leggi, tradizioni, convenzioni o convenienze.
E uno degli aspetti essenziali della legge della carità è la rinuncia a ogni atteggiamento di confronto, di giudizio, e tanto meno di disprezzo o di condanna nei riguardi di altri. Perché noi non siamo in grado di conoscere davvero le persone nel nucleo più intimo della loro coscienza: i nostri giudizi sono sempre molto soggettivi, parziali, relativi. Con tutta la buona volontà (o con tutta la nostra presunzione) rischiamo sempre di fare grossi sbagli nel giudicare le persone.
Inutile negarlo: certe parole del vangelo non ci piace sentirle, ci disturbano, ci mettono a disagio. E allora cerchiamo di pensare che non ci riguardano. Eppure, non possiamo fare a meno (specialmente noi, «gente di chiesa») di essere in qualche modo provocati dalle parole che Gesù rivolse ai capi e ai responsabili religiosi del suo tempo: «I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.»
Ci conceda il Signore un cuore puro e umile, per lasciarci giudicare e convertire dalla sua parola.
ATTO PENITENZIALE
Signore, tu che ti sei fatto nostro servo,
Kyrie, eleison.
Kyrie, eleison.
Cristo, tu che hai umiliato te stesso,
Christe, eleison.
Christe, eleison.
Signore, tu che ti sei fatto obbediente fino alla morte,
Kyrie, eleison.
Kyrie, eleison.
Preghiera dei fedeli
Ripetiamo insieme:
Ascolta, Signore, le nostre preghiere.
Per la chiesa di Cristo: chiamata a seguire il Signore, viva ogni giorno il Vangelo della carità rendendo credibile nel mondo l’annuncio cristiano, preghiamo.
Per la nostra società: il valore dell’onestà e della giustizia orienti le scelte dei cittadini e dei governanti, preghiamo.
Perché i bambini, in particolare per coloro che partecipano alla messa di Prima Comunione, non siano manipolati o scandalizzati dall’avidità degli uomini, ma vengano educati a crescere nel rispetto e nell’aiuto reciproco, preghiamo.
Perché la nostra comunità non si chiuda in se stessa, ma sappia riconoscere che Dio è libero di seminare il bene ovunque, preghiamo.
Perché non ci lasciamo prendere dalla frenesia della ricchezza, sacrificando coscienza e affetti, ma confidiamo nella provvidenza di Dio, preghiamo.
Vita della Comunità
- Giovedì 5 Ottobre
S.Giovanni Gualberto
ore 20:00
Incontro di tutti i catechisti - Domenica 8 Ottobre
S.Giovanni Gualberto
ore 10:00
Celebrazione del battesimo - Si vuole ridare alle stampe (e alla visione online) il periodico “TANDEM”
Si cercano persone per creare una nuova redazione.
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