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29 Gennaio 2022 Off Di Maurizio Bini

SOTTO LO SGUARDO DI DIO

Amore. Parola usata e abusata. La si sente ripetuta in ogni contesto: la famiglia, in chiesa, alla TV, nei messaggi, nelle poesie, nelle canzoni, al cinema… Sembrerebbe la realtà predominante del mondo odierno. Ma cronaca ed esperienza ci dicono che l’amore vero, incarnato, non si trova ad ogni passo.

Eppure ne abbiamo bisogno di offrirlo e di riceverlo come alimento quotidiano. Senza amore, come senz’aria e senz’acqua, la vita di ognuno si spegne. E così la vita delle famiglie, delle città, dei popoli. Dove, invece, le relazioni umane cominciano a funzionare secondo la logica della comprensione reciproca, dell’amorevolezza e del perdono, la vita rifiorisce.

Proviamo a rileggere la seconda lettura, l’inno alla carità di S. Paolo:
“La carità è magnanima, è benevola la carità: non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.”

Che programma affascinante!
Abbiamo provato più volte a fare così: a dimenticare i torti, ad avere pazienza… Ma dopo un po’ viene meno lo slancio. Così si è scoperto che “amare” non è solo dare spazio ad un sentimento ma esercitare a fondo la volontà. E poi ci si accorge che, pur con tanta buona volontà, da soli non ce la facciamo.

A questo punto potremmo lasciarci prendere dal pessimismo superficiale.
Se guardiamo dentro di noi scopriamo ancora tanta voglia e capacità di bene; se ci guardiamo attorno scopriamo tanta gente che, senza gesti straordinari, vive ogni giorno l’amore concretamente. Ma soprattutto non lasciamoci afferrare dalla sfiducia profonda.

L’amore vivo e totale, che chiamiamo “carità”, non è semplicemente risorsa umana, ma un dono di Dio, che ci vuole simili a lui.

Ne abbiamo avuto un germoglio nel Battesimo ma perché il frutto sia completo ci vuole la preghiera umile e fiduciosa.

ATTO PENITENZIALE

Signore, siamo pieni di noi stessi e poco disposti ad ascoltarti:
Kyrie, eleison.
Kyrie, eleison.
Cristo, preferiamo essere presuntuosi ed apparire, anziché operare nel nascondimento:
Christe, eleison.
Christe, eleison.
Signore, non cerchiamo il dialogo con coloro che non hanno le nostre idee:
Kyrie, eleison.
Kyrie, eleison.

Preghiera dei fedeli

Preghiamo insieme e diciamo:
 Ascoltaci, Signore.

Per la Chiesa, affinché sappia annunciare con fedeltà la buona notizia della salvezza che viene da Dio, come liberazione interiore e profonda dalle vere minacce, ossia dall’egoismo e dal peccato, preghiamo.

Per i nostri contemporanei, perché dalla testimonianza di cristiani autentici ricevano luce e speranza, così che diventino capaci di dar senso nuovo alla loro vita, preghiamo.

Per chi è perseguitato proprio a causa dell’annuncio cristiano, perché possa accettare l’ingiusta sofferenza come segno di autenticità e senta attorno a sé il sostegno dei credenti, preghiamo.

Per gli educatori, perchè chi è chiamato a trasmettere valori alle nuove generazioni e soprattutto chi intende comunicare la fede cristiana senta la grande responsabilità di cui è investito e sappia trovare tutta la sua forza in Dio, preghiamo.

Per i giovani, affinché non ripongano la loro fiducia nei surrogati offerti in abbondanza dal mondo e dalle sue mode, ma trovino senso autentico alla loro vita in Gesù, preghiamo.

Per tutti noi, perché sappiamo superare divisioni e conflitti nella logica dell’amore che ci viene donato da Dio, preghiamo.